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"Leggere” l’archivio e i suoi segni: strategie e strumenti per la conoscenza​

Gli archivi possono (devono) essere riordinati, descritti, comunicati.

La mappa della conoscenza che gli archivi e gli infiniti sistemi di segni (e di segnature) custodiscono può essere "letta" in numerosi modi e costituire un riferimento per numerosi aspetti del vivere contemporaneo, portando un contributo di comprensione della realtà a cui solo grazie agli archivi è possibile arrivare.

In questo senso possiamo articolare la “lettura” degli archivi attraverso due concetti contigui ma ben identificabili: l’eredità (da intendersi nelle varie declinazioni dell’heritage, anche alla luce delle “comunità di eredità” previste dalla Convenzione di Faro e non pertanto come “eredità del passato”) e la contemporaneità (da intendersi come costante esigenza di  rilettura dell’archivio e delle sue forme, del suo utilizzo come strumento di lavoro tra analogico e digitale e del necessario dialogo e confronto con l’Intelligenza Artificiale).

La lettura degli archivi come eredità e come contemporaneità permette di definire percorsi identitari e di cittadinanza, consente di combattere le fake news e di garantire la trasparenza degli apparati amministrativi, offre gli strumenti per tutelare l'heritage e mettere il patrimonio industriale, artistico e culturale italiano al centro di azioni di tutela e di valorizzazione.

Se le letture del patrimonio archivistico sono potenzialmente infinite (e in buona parte ancora da scoprire) numerose sono però le difficoltà di accesso per il pubblico generico.

Non tutti possono "leggere" gli archivi e i loro segni. La necessità di arrivare a un pubblico sempre più ampio, superando sia metodologicamente sia gnoseologicamente il concetto di "consultazione" per arrivare al concetto di "lettura", passa necessariamente da una riflessione sullo stato e sull'opportunità di digitalizzazione del patrimonio archivistico italiano e dalla necessità di incontro con gli invented archives, gli archivi partecipativi, la public history e la gamification.

Partendo dalla talvolta abusata metafora dei “granai della memoria” e dalla consolidata immagine degli archivi costituiti da “appunti, lettere e scartafacci”, la prima sessione del convegno della mattina di “lettura degli archivi come eredità” prende avvio da un approccio letterario e scenico al documento di archivio, contraddistinto da un costante esercizio di equilibrismo tra più mondi, per poi confrontarsi con la necessità dell’organizzazione della conoscenza nell’epoca del Digitale e infine arrivare alla tutela e conservazione delle memorie future, tramite letture di umanesimo digitale applicate a un tema universale come la conservazione delle informazioni in ambito sanitario.

La lettura degli archivi come eredità e come contemporaneità si pone inoltre dinanzi alla sfida e al pericolo costituito da quelle che possono essere definite, da un punto di vista filosofico più che strettamente archivistico, “le apocalissi della memoria e del ricordo”. Dinanzi alla frattura procurata da apocalissi analogiche e digitali, l’archivio esercita una funzione di ricomposizione e di cura, quasi farmacologica, che permette di agganciare la memoria al ricordo e restituire agli enunciati un loro orizzonte di senso.

La lettura degli archivi come contemporaneità si declina, nella seconda sessione del convegno della mattina, attraverso la necessaria ridefinizione semantica del concetto e della forma dell’archivio, portando come case histories l’utilizzo e la costruzione di un archivio spontaneamente legato alla stretta attualità del mondo, come quello dell’Agenzia ANSA che, quotidianamente, convive con le questioni proprie dell'era dei social, dell'Intelligenza Artificiale (IA) e delle fake news.

Proprio un confronto sull’IA permette di analizzare come l'accesso al patrimonio documentario sia in trasformazione e richieda strategie per un suo utilizzo etico ed efficiente, migliorando l'accessibilità e l'interpretazione degli archivi.

La riflessione fin qui condotta sulla lettura degli archivi come eredità e contemporaneità, che si è misurata su percorsi di confronto teorico arricchito da esempi concreti e case histories, si articola in un pomeriggio dal taglio fortemente laboratoriale in cui professionisti provenienti da diversi ambiti, archivisti, aziende ed enti conservatori potranno continuare il dibattito.

La lettura degli archivi come eredità e contemporaneità permette infatti un confronto anche con le luci, le ombre e le proiezioni possibili emerse nei primi esiti del PNRR e la necessità di interventi durevoli, proattivi verso il futuro.

La concreta lettura delle modalità di finanziamento europeo consente di riflettere sia sul valore civile degli archivi, capace di aprire le porte per una cittadinanza consapevole, sia sul valore economico che incontra la digitalizzazione, la realizzazione di strumenti innovativi per favorire la conoscenza e l’abbattimento di barriere fisiche/cognitive.

La lettura degli archivi come eredità e contemporaneità deve uscire dalla propria comfort zone e confrontarsi anche con le nuove forme di linguaggio, produzione e utilizzo che pongono il fruitore al centro dei processi di valorizzazione e di accrescimento​ e che trovano applicazione sempre più frequente nell’utilizzo dell’IA e nelle numerose realizzazioni della gamification. La produzione di videogiochi, in particolare, utilizza sempre più spesso informazioni e immagini provenienti da archivi, sollevando un tema inedito, controverso ma ineludibile per i professionisti della conoscenza (gli archivisti) che più di altri hanno consuetudine con l’evoluzione dei supporti e dei linguaggi.  Riflettere su un ruolo attivo delle fonti d’archivio nella produzione di giochi è una grande opportunità per avvicinare e coinvolgere con consapevolezza nuovi pubblici e realizzare esperienze che consentano ai “giocatori” di crescere, comprendere e rispettare il patrimonio culturale, prevenendo la mera manipolazione ai fini del suo sfruttamento commerciale.

La lettura degli archivi come eredità e come contemporaneità attraversa pertanto le riflessioni sull’utilizzo dei fondi europei, il rapporto e il governo delle nuove tecnologie ma si incontra anche con le testimonianze consapevoli della tutela e dei piani di sviluppo innovativi, attualizzati dal racconto delle più recenti esperienze, non solo lombarde, in tema di gestione e governance dei patrimoni archivistici.

La lettura degli archivi come eredità e come contemporaneità è esercizio di democrazia.

Il Convegno è realizzato da

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